L’ECOSCANDAGLIO

Un tempo, per sapere la profondità del mare sotto la nostra barca, esistevano elementari scandagli costituiti da un semplice cono di piombo, con la base cava riempita di sego, che legato ad una cimetta con un nodo ogni due metri veniva fatto cadere sul fondo per conoscere la quantità d’acqua che si trovava sotto la barca ed avere anche un’approssimativa indicazione del tipo di fondo in base a quanto rimaneva attaccato al sego. Oggi fortunatamente l’elettronica ci fornisce strumenti capaci non solo di misurare il fondo con altissima precisione, ma di avere tutta una serie di informazioni aggiuntive su ciò che è sotto di noi: l’ecoscandaglio. In sostanza si tratta di un comune apparato elettronico, dotato di tasti e di un monitor che, grazie ad una serie di impulsi sonori, trasmessi da un trasduttore posto sotto la carena, ci fornisce informazioni su quello che c’è tra la nostra carena e il fondo del mare. L’ecoscandaglio, come qualsiasi apparato elettronico che deve mostrare un'immagine a prescindere dal sistema impiegato, si compone di tre elementi fondamentali: il trasmettitore, il ricevitore/amplificatore e il trasduttore. I primi due sono all'interno di un box che viene posizionato in genere nella plancia di guida dell'imbarcazione, mentre il trasduttore viene fissato sullo scafo e collegato al box tramite un cavo apposito. Nel momento in cui si attiva elettricamente lo strumento, il trasmettitore invia una piccola quantità di energia elettrica verso il trasduttore che, per un effetto di elettrostrizione, la commuta in impulso sonoro lanciandolo verso il fondo marino. Appena l'impulso raggiunge il fondo si produce un effetto eco ed il segnale viene rimbalzato verso l'alto ritornando al trasduttore. A questo punto avviene l'effetto inverso: sempre per elettrostrizione, succede che la eco si riconverte in energia elettrica. Nella fase di ritorno, il segnale risulterà notevolmente indebolito, ma il ricevitore dello strumento si farà carico per amplificarlo ed inviarlo al sistema di esposizione che appare sullo schermo. Ed è proprio su questo che avviene la "lettura", che è tanto più fedele, nel senso che appare più nitida, più incisa, più precisa, con un maggior potere risolutivo espresso su ogni punto tracciato, tanto più è qualitativamente valido e di conseguenza sofisticato l'apparecchio. In sintesi, il principio resta fondamentalmente quello di ottenere graficamente quello che succede sotto lo scafo della nostra imbarcazione: cosa compare sul fondo e nello strato intermedio d'acqua. È noto che il suono si propaga ottimamente nei fluidi, come nel caso dell'acqua, sotto forma di onda sonora. La stessa e identica propagazione la ottiene il nostro strumento che, tramite il trasduttore, produce l'onda sonora, generata da un impulso o emissione sonica con un processo di oscillazione, del quale un aspetto rilevante è la frequenza, che è data dal numero di onde prodotte in un secondo. Questo numero viene classificato in cicli o hertz; mille oscillazioni al secondo corrispondono ad un chilohertz.
Gli ecoscandagli a bassa frequenza lavorano mediamente sui 50 chilohertz, mentre quelli ad alta frequenza sui 200 chilohertz, ma si possono avere frequenze intermedie o decisamente diverse. Altri strumenti, invece, hanno la possibilità di visualizzare sia la scala dei 50 che dei 200 chilohertz. Con il 50 Khz la visibilità migliore è per i fondali, mentre per capire la quantità e la massa dei pesce è consigliabile usare il 200 Khz. L'intensità del suono, o meglio la variabile dell'ultrasuono prodotto, è strettamente dipendente dalla potenza dello strumento emittente. Questa viene misurata in watt e può essere dichiarata come potenza di picco oppure come potenza al trasduttore. Il rapporto fra potenza di picco e potenza al trasduttore è di otto a uno, cioè un apparecchio con 1.600 watt di picco dispone di 200 watt di potenza al trasduttore.
Per i neofiti uno strumento di media potenza dovrà avere una potenza di circa 500/600 watt. Un ecoscandaglio con una potenza di 1000 watt è già un buon attrezzo che potrà dare sicuri risultati.
Oggi anche il più economico degli ecoscandagli è in grado di distinguere i pesci dai branchi, visualizzandoli su un display grafico con forme proporzionali alla loro grandezza e con segnali sonori, di dare indicazioni in metri o in feets sulla profondità del fondo con segnali sonori  di basso fondale, di misurare la temperatura e spesso anche la velocità dell’imbarcazione. L’ecoscandaglio è uno strumento utilissimo per chi pesca dalla barca, soprattutto per individuare secche o branchi di pesce, specie se abbinato ad un GPS, ma è anche utile al diportista, per conoscere il fondo in caso di ancoraggio o per non urtare con il motore contro qualche scoglio insidioso.