EX VOTO: OGGETTI DI DEVOZIONE MARINARA

 

"Tu pensi che gli Dei non si curino delle umane sorti e, non ti accorgi di quanti uomini siano scampati dalle tempeste e grazie ai loro voti siano giunti sani e salvi in porto"  (Cicerone, De Natura Deorun III, 37)

 

 

 Affascinante e inesauribile fonte di ricchezza, il mare rappresenta anche il luogo del pericolo, il teatro dell'imprevedibile scatenarsi degli elementi: tempeste, naufragi, insidie della navigazione, hanno accompagnato e suggestionato nel tempo gli uomini di mare.

Per placare le forze della natura o manifestare devozione e gratitudine per lo scampato pericolo, i naviganti offrono in dono oggetti, manufatti, cimeli, dedicandoli alla Madonna o a Santi protettori.

Un misto di fede, superstizione e sacro, gli ex voto marinari rappresentano il sentimento profondo che lega l'uomo al mare e danno voce a quel senso di spiritualitą che si esprime con forza nei momenti difficili della vita. Modellini di barche, dipinti, sculture ma anche oggetti personali come copricapi, frammenti di remi, cime, persino denti di balena, ogni ex voto lasciato in pegno serve a conquistarsi il favore divino oppure diventa testimonianza di un fatto tragico o drammatico risoltosi felicemente. Alcuni sono dei veri diari di bordo che oltre a descrivere l'avvenimento, riportano il nome della barca, del comandante e la rotta di navigazione.

Si tratta di oggetti che si rifanno a tradizioni e culture popolari del passato: i modelli di barche, spesso realizzati a bordo con materiali di recupero, richiamano le antiche sepolture dove il defunto veniva adagiato nella propria barca per permettere all'anima di navigare nell'aldilą. Realizzati per lo pił da armatori, ma a volte commissionati a professionisti, gli ex voto oltre ad avere un valore spirituale, storico e antropologico, sono dei preziosi oggetti d'arte.

Il patrimonio degli ex voto marinari ha subito nel tempo un forte depauperamento a causa della dismissione per uso liturgico, lo smarrimento e soprattutto la deperibilitą dei materiali. Tuttavia sono ancora numerosi i reperti conservati nei santuari e musei del mondo.

 

 

 

Articolo tratto dalla rivista “Bolina”.