SCIROCCO, RESPIRO AFRICANO

 

Sulle mappe, fin dal loro primo apparire, le terre e i mari hanno preso forme animali o mostruose, quotidiane o divine, alimentando suggestioni e interpretazioni. Così l'Italia nell'immaginario collettivo è diventata lo "stivale". Ma vista su una carta nautica la nostra penisola segna anche una precisa direzione, diventando un grande segnavento o banderuola.

L'Italia, infatti, è incernierata sulla catena alpina e si protende verso Sud Est per la maggior parte della dorsale appenninica, così come per tutta l'estrema propaggine salentina.

In questa posizione il "segnavento Italia" indica inequivocabilmente lo Scirocco, il più umorale ed emblematico dei venti mediterranei.

Per questo motivo scrivendo di venti che attraversano i mari, che allietano o battono le coste italiane, la descrizione degli otto venti principali parte in maniera inusuale non da Nord, ma da Sud Est, dalla posizione dell'Italia nel Mediterraneo.

La parola Scirocco rivela innanzitutto lo stretto legame che questo mare ha con l'Africa, con la cultura araba. Scirocco, infatti, potrebbe derivare dal genovese scioco che a sua volt deriva dalla parola araba suluq, ossia "vento di mezzogiorno".

Quest'origine araba non è esclusiva dello Scirocco ma anche di altri fratelli eolici meridionali, i cui nomi ricordano, allo stesso modo di quelli di tante stelle, i molteplici legami delle culture mediterranee.

Lo Scirocco su tutte le coste italiane è il respiro africano del Mediterraneo, il "vento che soffia di mezzo tra Ostro e Levante", quasi ovunque umido, spesso carico di quella polvere rossa che anche nei giorni d'inverno ci rammenta quanto l'Italia sia vicina al deserto del Sahara.

Lo Scirocco ha spinto per secoli le navi greche e bizantine verso gli empori più settentrionali del Mediterraneo, adriatici, liguri e provenzali. Lo stesso vento ha riportato felicemente ai porti di partenza le vele romane e secoli dopo le cocche veneziane, genovesi, pisane e amalfitane, cariche di ogni ricchezza proveniente dall'Oriente. Il medesimo vento ha consentito ai Saraceni rapide e feroci incursioni lungo le coste italiane da Sud a Nord.

Fino alla metà del Novecento, con vento di Scirocco dalla penisola italiana muovevano rapidamente al traverso i caratteristici trabaccoli e pieleghi adriatici verso le coste slave e greche, leudi e gozzi liguri-tirrenici alla volta di Corsica e Sardegna.

Propizio era lo Scirocco anche per le traversate nell'opposta direzione, come per quelle tra la sponda siciliana e quella magrebina.

Lo Scirocco ha anche profonde influenze ambientali di diverso segno, facilitando per esempio il benefico rinnovo delle acque adriatiche e diventando concausa delle acque alte veneziane.

Infine, tra meteorologia e costume, merita di essere ricordata la famigerata "stanza dello Scirocco" che in Sicilia proteggeva i meteoropatici dagli effetti bizzarri di questo vento!

 

 

Articolo scritto da Fabio Fiori e tratto dalla rivista “Bolina”.