NAVIGANTI  ED  ESPLORATORI


Navigare, esplorare, scoprire, avventurarsi verso mete sconosciute o immaginate, superare la paura dell'ignoto per apprezzare il piacere della scoperta, separarsi da ciò che è noto per trovare nuova conoscenza, gioire di un'intuizione come una nuova finestra sul mondo. A tutto questo ogni esploratore è andato incontro nei lunghi viaggi che in nome dell'umanità ha condotto e continua ancora a compiere.

Vespucci, Magellano, Cook, De Gama, Drake, Cousteau, sono nomi di uomini che ci hanno aiutato a sognare prima di tutto, poi a conoscere.

Questi uomini sono oggi dei punti fermi nel vasto mare delle scoperte, riferimenti precisi come le stelle che li hanno guidati, fonti di conoscenza come le terre che li hanno accolti.

 

Amerigo Vespucci

 

Amerigo Vespucci

 

Amerigo Vespucci è uno dei più noti esploratori italiani. Figlio del notaio Nastagio Vespucci, nasce a Firenze nel 1452 (la data è riportata in alcuni documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Firenze).

Inizia lo studio della letteratura e del latino seguendo gli insegnamenti dello zio Giorgio Antonio, filosofo platonico maestro di molti nobili fiorentini, in seguito Amerigo si dedica allo studio della geometria, fisica, cosmografia e astronomia.

Dopo la morte del padre, l'umanista Vespucci diventa agente commerciale per conto di PierFrancesco de' Medici, gli affari lo portano a viaggiare tra Firenze, Parigi e Siviglia.

Sembra che proprio a Siviglia Vespucci conobbe Cristoforo Colombo, di certo egli fu tra i primi propugnatori dell'idea che Colombo avesse scoperto un nuovo continente e non una rotta orientale per raggiungere via mare l'Estremo Oriente.

Il successo dei viaggi di Cristoforo Colombo spinge Vespucci a prender parte alle grandi esplorazioni europee per scoprire un passaggio occidentale verso le indie.

Amerigo Vespucci compì complessivamente quattro spedizioni; più attento alla comprensione della geografia dei luoghi, che alla ricerca di grandi ricchezze, disegnò un certo numero di mappe delle terre esplorate, che descrisse in alcuni diari.

Già all'inizio del Cinquecento furono pubblicati i suoi scritti che ebbero un notevole successo perchè raccontavano dei suoi viaggi dall'Europa al Nuovo Mondo e lungo le sue coste fino alla Terra del Fuoco.

Nel 1499 Amerigo Vespucci partecipò ad una spedizione transoceanica verso il Nuovo Mondo insieme all'esploratore Alonso de Hoieda ed al pilota e cartografo Juan de La Cosa, già al seguito di Colombo, navigando lungo la costa orientale del Sud America. In questa occasione, Vespucci, ha modo di compiere importanti osservazioni circa le correnti e la costellazione detta Croce del Sud.

Dopo aver toccato terra in corrispondenza della Odierna Guyana, Ojeda e Vespucci si separano. Amerigo proseguì verso sud e, toccata la foce del Rio delle Amazzoni, raggiunse Trinidad, il fiume Orinoco, spingendosi tanto a sud da toccare la Patagonia prima del rientro in patria.

La constatazione che le terre toccate avevano un'estensione enorme lo convinse che quelle coste dovevano essere il margine di un continente.

Nel 1501 Vespucci compie una nuova spedizione verso il Nuovo Mondo, questa volta a servizio della corona portoghese. La spedizione comandata da Gonzalo Cohelo parte da Lisbona e si ferma nelle isole di Capo Verde; qui Vespucci ha modo di incontrare Pedro Alvarez Cabral di ritorno dall'India (lungo la rotta delle spezie). Vespucci comprende che le terre ed i popoli da lui incontrati nei suoi viaggi differiscono da quanto osservato in India dalla spedizione di Cabral.

Il 1 gennaio 1502 le navi guidate da Vespucci entrarono nella baia di Rio de Janeiro, dopo aver doppiato Capo San Tomè e proseguirono fino a Rio de Cananor. Questo viaggio fu il più importante tra quelli di Vespucci e di tutta la storia delle esplorazioni americane. I dati esatti del viaggio non sono ricostruibili con precisione ma, sappiamo che partirono tre navi, che forti burrasche rallentarono la traversata dell'Atlantico e che due sole caravelle rientrarono a Lisbona.

L'esploratore fiorentino è sicuro di esser giunto, con i suoi viaggi, ad un Nuovo Mondo, diverso dall'Asia, dall'Europa e dall'Africa.

Altri viaggi sono stati compiuti da Vespucci negli anni successivi.

Nel 1505 l'esploratore si trasferisce definitivamente in Spagna, dove viene nominato con regio decreto dello stesso anno: pilota sindaco de Espana.

Al di la delle incertezze circa l’esatta collocazione dei luoghi incontrati da Amerigo Vespucci durante le sue esplorazioni, la verità storica dei fatti riportati e l’esatta interpretazione dei documenti (non vi è nessuna relazione sui viaggi di Vespucci), all’esploratore fiorentino va certamente riconosciuta l’intuizione di esser giunto alla scoperta di terre e luoghi appartenenti ad un Nuovo Mondo, e di aver aperto la strada di una nuova conoscenza geografica. Secondo Vespucci, le nuove terre non facevano parte dell’Asia, come ritenuto da Cristoforo Colombo nelle sue scoperte, ma di un nuovo continente chiamato America dal cartografo Martin Waldseemüller (1475 – 1522) in onore dello scopritore del Nuovo Mondo.

È nozione comune attribuire a Cristoforo Colombo la scoperta del Nuovo continente nel 1492; le fonti storiche ci dicono che l’esploratore genovese riteneva di aver scoperto nelle Bahamas un’isola dell’Asia orientale. Sappiamo inoltre che la scoperta geografica del continente americano è da attribuire in primo luogo ai vichinghi che per primi occuparono la Groenlandia e da qui si recarono in America settentrionale, dove diedero vita ai primi insediamenti europei nella terra denominata Vinland (corrispondente all’odierna Terranova).

L’umanista Amerigo Vespucci appare agli inizi del 1500 come un cosmografo, piuttosto che un navigatore. Il ragionamento, la lettura delle carte nautiche, l’utilizzo dei nuovi strumenti per la navigazione oceanica (bussola, astrolabio, identificazione delle costellazioni, etc.), hanno portato Vespucci non soltanto a giungere al Nuovo Mondo, ma anche ad identificarne le coordinate.

E' in dubbio un altro viaggio verso il nuovo mondo durante il quale sembra che Amerigo Vespucci contrasse la malaria e, tornato in Spagna morì a Siviglia il 22 febbraio 1512 all'età di 58 anni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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