COLLEZIONE...DI SABBIE!

Quella delle sabbie, è una passione particolare che nasce dall’amore per viaggiare. Si chiama “arenofilia” e consiste nel collezionare sabbie provenienti dalle spiagge, dai deserti e dai fiumi di tutto il mondo.
A parte il colore, a molti di noi potrebbero sembrare tutte uguali. Osservate attentamente o al microscopio, rivelano però un contenuto dalla complessità sorprendente.
Alcune sono di origine organica come quelle coralline, altre di origine minerale contengono materiali come quarzo, basalto, carbonato di calcio, granito, e pirosseno.
Molte hanno la particolarità di riflettere la luce frammentandosi in colori meravigliosi. Altre sono talmente fini da sembrare quasi farina. L’olivina detta anche green sand è forse la più preziosa del mondo: al microscopio sembra fatta di tanti minuscoli smeraldi e si trova solo su una spiaggia delle Hawai.
Ma come hanno origine una spiaggia e la sua sabbia? L’aspetto della linea di costa presenta infinite variazioni, ma in generale possiamo distinguerle in:
- costa alta, rocciosa, caratterizzata da rilievi che strapiombano direttamente sul mare.
- costa bassa sabbiosa o ciottolosa in cui il suolo ha una lieve pendenza e si passa insensibilmente dall’ambiente emerso a quello sommerso.
Costa alta e costa bassa sono in costante rapporto dal momento che la costa rocciosa cede continuamente materiale a quella sabbiosa. La forza del vento, infatti, e la pressione della massa d’acqua spinta dalle onde erodono, sbriciolandola, la roccia e ne trasportano i frammenti i quali, a loro volta, divengono strumenti per colpire e frantumare gli scogli, nel continuo e rumoroso sfregamento delle onde di risacca. Il materiale eroso verrà ulteriormente ridotto, con conseguente produzione di detrito fine (ciottoli e ghiaie) o finissimo (sabbie), trasportato e distribuito sulle coste basse dalle correnti.
Così, sul litorale, troveremo sabbie silicee o sabbie composte prevalentemente da carbonati; oppure, ancora, sabbia prodottasi dalla frantumazione di materiale eruttivo (lava e pomici). Il tempo di sbriciolamento di un ciottolo, dipende dalla consistenza della roccia. Un masso di roccia calcarea delle dimensioni, più o meno, di un pallone da calcio, può essere ridotto in sabbia nel giro di due o tre secoli.
Anche i fiumi svolgono un ruolo importante nel determinare la struttura delle coste. Infatti, i detriti che essi trasportano non solo si aggiungono a quelli di origine marina, ma contribuiscono alla costruzione di estese pianure costiere permettendo il sorgere di depositi sabbiosi anche in zone originariamente a costa alta.
Come di mille altri misfatti, l’uomo si è reso protagonista negativo anche per quanto riguarda le coste e, nel caso specifico, anche per quello che attiene alla spiaggia. Infatti, una delle cause più frequenti di degrado delle spiagge è da attribuirsi al mancato apporto, da parte dei fiumi, di materiale inerte al mare. Sono questi degli importanti rifornitori di materiale sabbiosi per le coste ma, da quando si sono cominciate a sfruttare le risorse idroelettriche, in maniera sempre più massiccia, sono state costruite dighe e innalzati sbarramenti tali da impedire al materiale sabbioso di scendere a valle.
E’ vero, oggi il prelievo di sabbia dalle spiagge non è più consentito, ma si permette di scavare in modo indiscriminato nel letto dei fiumi, così, con apporti di materiale sempre più scarsi, le spiagge scompaiono.
Occorre ricordare che la spiaggia, dal punto di vista ecologico, svolge un ruolo veramente fondamentale, anzi, insostituibile in difesa dell’ambiente, specialmente nel contenere la furia del mare quando imperversa una tempesta. Infatti non c’è niente di più efficace, per difendere la costa dalla furia delle onde, del dolce declivio sabbioso, ove tutta l’energia del mare si placa gradualmente.
Capirne l’importanza aiuta anche a salvaguardare il patrimonio naturale del nostro paese. Infatti una delle sabbie più belle del mondo si trova proprio in Italia. L’isoletta di Budelli in Sardegna è famosa per la mitica spiaggia rosa. L’arenile color corallo (effetto dovuto ad una elevata presenza di bioclasti derivanti dalla frammentazione di briozoi e foraminiferi, in particolare Miniacina miniacea di colore rosa) l’intensità cromatica dei colori del mare e le forme dei graniti che cingono la cala costituiscono uno spettacolo unico al mondo. La spiaggia rosa di Budelli è stata immortalata dal regista Michelangelo Antonioni con una lunghissima sequenza nel film “ Deserto rosso”.
I numerosi ancoraggi, l’agitazione irregolare delle acque, ad opera delle imbarcazioni, e della balneazione hanno profondamente modificato la composizione delle sabbie di spiaggia con la riduzione della percentuale dei bioclasti e la quasi scomparsa del caratteristico colore rosa.
Per evitare il saccheggio di sabbia rosa da parte dei bagnanti che rientravano a casa con bottiglie e secchielli stracolmi di sabbia, ma soprattutto, per impedire la scomparsa del caratteristico colore rosa dovuto alla riduzione della percentuale di bioclasti anche ad opera degli ancoraggi selvaggi nelle praterie di Posidonia antistanti la spiaggia (Cala Roto), il primo provvedimento effettuato dal Comitato di Gestione alla data del suo insediamento (Giugno 1998) è stata appunto quella di tutelare integralmente la Spiaggia Rosa chiudendola alla balneazione, al transito e all’ancoraggio delle imbarcazioni per ripristinare gli assetti naturali e per recuperare gli aspetti estetico - paesaggistico che ormai hanno assunto un valore di risonanza internazionale.