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Quella delle sabbie, è una passione particolare che nasce dall’amore per
viaggiare. Si chiama “arenofilia” e consiste nel collezionare
sabbie provenienti dalle spiagge, dai deserti e dai fiumi di tutto il
mondo.
A parte il colore, a molti di noi potrebbero sembrare tutte uguali.
Osservate attentamente o al microscopio, rivelano però un contenuto
dalla complessità sorprendente.
Alcune sono di origine organica come quelle coralline, altre di
origine minerale contengono materiali come quarzo, basalto,
carbonato di calcio, granito, e pirosseno.
Molte hanno la particolarità di riflettere la luce frammentandosi in
colori meravigliosi. Altre sono talmente fini da sembrare quasi farina.
L’olivina detta anche green sand è forse la più preziosa del mondo: al
microscopio sembra fatta di tanti minuscoli smeraldi e si trova solo su
una spiaggia delle Hawai.
Ma come hanno origine una spiaggia e la sua sabbia? L’aspetto
della linea di costa presenta infinite variazioni, ma in generale
possiamo distinguerle in:
- costa alta, rocciosa, caratterizzata da rilievi che
strapiombano direttamente sul mare.
- costa bassa sabbiosa o ciottolosa in cui il suolo ha una lieve
pendenza e si passa insensibilmente dall’ambiente emerso a quello
sommerso.
Costa alta e costa bassa sono in costante rapporto dal momento che la
costa rocciosa cede continuamente materiale a quella sabbiosa. La
forza del vento, infatti, e la pressione della massa d’acqua
spinta dalle onde erodono, sbriciolandola, la roccia e ne trasportano i
frammenti i quali, a loro volta, divengono strumenti per colpire e
frantumare gli scogli, nel continuo e rumoroso sfregamento delle onde di
risacca. Il materiale eroso verrà ulteriormente ridotto, con conseguente
produzione di detrito fine (ciottoli e ghiaie) o finissimo (sabbie),
trasportato e distribuito sulle coste basse dalle correnti.
Così, sul litorale, troveremo sabbie silicee o sabbie composte
prevalentemente da carbonati; oppure, ancora, sabbia prodottasi dalla
frantumazione di materiale eruttivo (lava e pomici). Il tempo di
sbriciolamento di un ciottolo, dipende dalla consistenza della roccia.
Un masso di roccia calcarea delle dimensioni, più o meno, di un pallone
da calcio, può essere ridotto in sabbia nel giro di due o tre secoli.
Anche i fiumi svolgono un ruolo importante nel determinare la
struttura delle coste. Infatti, i detriti che essi trasportano non solo
si aggiungono a quelli di origine marina, ma contribuiscono alla
costruzione di estese pianure costiere permettendo il sorgere di
depositi sabbiosi anche in zone originariamente a costa alta.
Come di mille altri misfatti, l’uomo si è reso protagonista negativo
anche per quanto riguarda le coste e, nel caso specifico, anche per
quello che attiene alla spiaggia. Infatti, una delle cause più frequenti
di degrado delle spiagge è da attribuirsi al mancato apporto, da parte
dei fiumi, di materiale inerte al mare. Sono questi degli importanti
rifornitori di materiale sabbiosi per le coste ma, da quando si sono
cominciate a sfruttare le risorse idroelettriche, in maniera sempre più
massiccia, sono state costruite dighe e innalzati sbarramenti tali da
impedire al materiale sabbioso di scendere a valle.
E’ vero, oggi il prelievo di sabbia dalle spiagge non è più consentito,
ma si permette di scavare in modo indiscriminato nel letto dei fiumi,
così, con apporti di materiale sempre più scarsi, le spiagge scompaiono.
Occorre ricordare che la spiaggia, dal punto di vista ecologico, svolge
un ruolo veramente fondamentale, anzi, insostituibile in difesa
dell’ambiente, specialmente nel contenere la furia del mare quando
imperversa una tempesta. Infatti non c’è niente di più efficace, per
difendere la costa dalla furia delle onde, del dolce declivio sabbioso,
ove tutta l’energia del mare si placa gradualmente.
Capirne l’importanza aiuta anche a salvaguardare il patrimonio naturale
del nostro paese. Infatti una delle sabbie più belle del mondo si trova
proprio in Italia. L’isoletta di Budelli in Sardegna è famosa per
la mitica spiaggia rosa. L’arenile color corallo (effetto dovuto
ad una elevata presenza di bioclasti derivanti dalla frammentazione di
briozoi e foraminiferi, in particolare Miniacina miniacea di colore
rosa) l’intensità cromatica dei colori del mare e le forme dei graniti
che cingono la cala costituiscono uno spettacolo unico al mondo. La
spiaggia rosa di Budelli è stata immortalata dal regista Michelangelo
Antonioni con una lunghissima sequenza nel film “ Deserto rosso”.
I numerosi ancoraggi, l’agitazione irregolare delle acque, ad opera
delle imbarcazioni, e della balneazione hanno profondamente modificato
la composizione delle sabbie di spiaggia con la riduzione della
percentuale dei bioclasti e la quasi scomparsa del caratteristico colore
rosa.
Per evitare il saccheggio di sabbia rosa da parte dei bagnanti che
rientravano a casa con bottiglie e secchielli stracolmi di sabbia, ma
soprattutto, per impedire la scomparsa del caratteristico colore rosa
dovuto alla riduzione della percentuale di bioclasti anche ad opera
degli ancoraggi selvaggi nelle praterie di Posidonia antistanti la
spiaggia (Cala Roto), il primo provvedimento effettuato dal Comitato di
Gestione alla data del suo insediamento (Giugno 1998) è stata appunto
quella di tutelare integralmente la Spiaggia Rosa chiudendola alla
balneazione, al transito e all’ancoraggio delle imbarcazioni per
ripristinare gli assetti naturali e per recuperare gli aspetti estetico
- paesaggistico che ormai hanno assunto un valore di risonanza
internazionale.
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