La vita nel Mediterraneo: necton e plancton |
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L'ambiente marino considerato nella sua totalità , può essere distinto in due grandi domini: il dominio pelagico e il dominio bentonico. Quest'ultimo (il cui nome deriva dalla parola greca benthos = fondo) riguarda esclusivamente i fondali marini e quanto su di essi vive e cresce mentre il primo (così chiamato dal greco pelagos = mare) comprende tutte le acque sovrastanti e costituisce un vero universo a tre dimensioni. L'insieme delle acque che ricoprono la piattaforma continentale e che raggiungono in media uno spessore di 130-150m. prende il nome di "provincia neritica" mentre, tutte le acque che ricoprono i fondali marini, a partire dalla scarpata continentale sino alle più profonde fosse abissali, vengono attribuite alla cosiddetta "provincia pelagica". Gli organismi che qui vivono appartengono a due categorie: necton e plancton. Al necton appartengono esclusivamente animali. Sono infatti nectonici gran parte dei pesci (tonni, squali, pesci spada, ricciole, sgombri, acciughe, sardine, ecc...), i cetacei (balene e delfini) e , fra i molluschi, i calamari. Si tratta, come è evidente, di organismi capaci di muoversi attivamente nell'acqua e in grado di compiere, se necessario, lunghe migrazioni o ampi spostamenti verticali e di contrastare, senza troppi problemi, le correnti marine. Lo stesso non si verifica per gli organismi del plancton i quali vivono sospesi nell'acqua in balia delle correnti. I subacquei ne conoscono l'esistenza soltanto attraverso il cosiddetto macroplancton, rappresentato dagli organismi più grossi: le meduse, le salpe, le caravelle portoghesi e pochi altri. Tutto il resto è poco visibile a occhio nudo essendo costituito da migliaia di specie aventi dimensioni inferiori al millimetro. Contrariamente al necton, fanno parte del plancton anche organismi vegetali e per questo, in termini più precisi, si è soliti parlare di zooplancton e di fitoplancton. All'interno di queste due categorie si distinguono organismi che fanno sempre parte del plancton (oloplancton) e altri che ne fanno parte soltanto in alcune fasi del loro ciclo vitale (meroplancton). Il fitoplancton comprende diatomee, dal guscio siliceo e dalle forme eleganti, dinoflagellati e altri gruppi il cui ruolo è fondamentale per la vita nelle acque costituendo la base di quella piramide alimentare che vede al suo vertice l'uomo. Come produttori primari (sono cioè l'equivalente degli alberi e delle erbe terrestri), i vegetali del plancton affiancano e superano le macroalghe versi, brune e rosse nell'importante compito di trasformare l'energia solare in sostanza organica, assorbendo anidride carbonica e producendo contemporaneamente ossigeno. A sottolineare il valore del fitoplancton va ricordato, infine, che è proprio in base alla sua concentrazione che si definiscono (e riconoscono) le zone di mare più ricche di vita. Da questo punto di vista il Mediterraneo viene considerato un mare povero a eccezione di alcune zone concentrate prevalentemente in prossimità delle foci dei grandi fiumi (Po, Rodano, Nilo) che trasportano in abbondanza sali nutritivi o in zone caratterizzate da bassi fondali (ne è un tipico esempio il mare Adriatico) dove la luce può penetrare sino al fondo e la fotosintesi avvenire in tutta la colonna d'acqua. In circostanze particolari il plancton vegetale si trasforma, malauguratamente per noi, in un'eloquente testimonianza dell'inquinamento, provocato da un eccesso di sostanza organica scaricata in mare dall'uomo.
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